Credo che nell'insieme la mia ricerca al momento giri intorno a una domanda: come veicolare efficacemente il concetto che "nessuno è indispensabile, ma ognuno può fare la differenza".
Mi sembra che un buon punto di partenza sia aiutare le persone a ritrovare il senso di quello che stanno facendo giornalmente nel loro lavoro, qualunque sia il ruolo che occupano.
Da qui l'idea di sviluppare approcci creativi per osservare le proprie motivazioni, il proprio ruolo, i propri obiettivi aziendali da punti di vista inediti.
Un buon esempio è osservare le componenti della comunicazione, sia formale che informale, facendo esperienze attive di dialogo sonoro, attraverso l'improvvisazione musicale.
Intanto, è possibile osservare i gruppi di lavoro come orchestre sonore impegnate nell'esecuzione e, spesso, nella creazione di una sinfonia?
Essendo le competenze musicali elementi genetici di ogni forma di comunicazione umana, è possibile leggere attraverso semplici giochi di improvvisazione musicale, i propri stili relazionali, le proprie convinzioni e aspettative sulle interazioni con colleghi e collaboratori?
La mia pratica mi convince sempre più che si tratta di un approccio utile e coinvolgente, dove tra l'altro gli adulti possono ri-connettersi con la gioia e il piacere dell'avventura dell'apprendimento.
Infine, questa metodologia è molto utile per aiutare le persone a ritornare al qui-e-ora, l'unico momento in cui realmente accadono le esperienze, liberandosi così di molti vincoli derivanti da sofferenze del passato e preoccupazioni per il futuro.
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