sabato 14 luglio 2018

La disintegrazione dei mondi primordiali e la natura ricombinante dello spazio rituale.



Prima asserzione. Ogni spazio denso di significato comporta una storia di nessi
Seconda asserzione. Ogni spazio sacro dischiude in modo acuto e rivelatore un intero mondo scomparso
Terza asserzione. Ogni spazio sacro dischiude non uno, ma una molteplicità di mondi scomparsi, una molteplicità di esistenze di primo grado
Quarta asserzione. Ogni mondo rivelato nello spazio sacro è conosciuto in primo luogo attraverso i segni della sua fine, il modo specifico del suo spostamento o del suo abbandono
Quinta asserzione. Questi segni terminali, atti finali, compiuti in mondi perduti, di esseri soprannaturali ed eroi - gli ultimi rantoli, parole, gesti degli esseri primordiali - divengono i riti commemorativi che segnano lo spazio rituale e ne scandiscono il calendario
Sesta asserzione. La natura composita dello spazio sacro crea una forza di gravità ontologica
Settima sezione. Lo spazio sacro introduce ambivalenza nell'esistenza temporale individuale
Conclusione. [...] Formando mosaici di tempo e spazio che non esistono da nessuna parte al di fuori dello spazio rituale, lo spazio sacro consente una riflessione sui limiti estremi dell'esperienza, essendo composto di immagini provenienti da eventi terminali. Nello spazio rituale si compiono atti che rievocano i suoni, le visioni, le strutture e i gesti che pongono fine alle esistenze passate aprendone di nuove.[...]
Lawrence E. Sullivan, da Interrompere il quitidiano, Jaca Book

Nessun commento:

Tutti i testi di questo blog sono (c) di Guglielmo Nigro, salvo dove diversamente indicato. Puoi diffonderli a tuo piacere ma ti chiedo di indicare sempre la fonte e/o l'autore.