mercoledì 23 marzo 2016

Spunti formativi sui bambini "fragili", per Educatori e Insegnanti (2)



A inizio marzo ho tenuto un nuovo incontro con un gruppo numeroso di educatrici sul tema dei bambini "fragili". Ne ho parlato qui.
Nuovamente, un'occasione importante per riflettere sulle sfide che i bambini di oggi ci portano, e i limiti con i quali insegnanti ed educatrici si confrontano ogni giorno.
Anche in questo caso, le partecipanti hanno dato forma ai loro bambini fragili. Cinque gruppi, cinque istallazioni, che hanno trova alla fine modo di riconnettersi l'una all'altra.
Penso al concetto di inter-essere: tutte le cose in questo universo non esistono in modo separato dalle altre, ma co-esistono, sono interdipendenti (puoi trovare qui uno spunto di riflessione).
I bambini inter-sono con i genitori, gli insegnanti, i contesti di vita, l'organizzazione scolastica, le condizioni ambientali e logistiche in cui si sviluppa la pratica educativa, ... con tutto quello che li nutre e offre loro sostegno. 

Di seguito, le foto delle installazioni.









I suoni nella pratica educativa - Presentazione Workshop alla Cicala di Merate (LC)



Dopo la splendida esperienza dell'anno scorso, sono lieto di annunciare un nuovo ciclo di incontri sull'uso consapevole e creativa della musica in ambito educativo presso la Libreria La Cicala di Merate. 

4 incontri, ogni martedì sera, a partire da martedì 5 aprile 2016, dalle ore 21.
Il primo incontro è gratuito e aperto a tutti. Costo complessivo, 90 euro.

A chi si rivolge
A te, che lavori nell'ambito dell'educazione, e vuoi imparare a utilizzare la musica e i suoni con i bambini in modo più consapevole.
Che vuoi riscoprire le potenzialità educative e relazionali della musica.
Che vuoi sviluppare più competenze nell'utilizzare i suoni in modo creativo e gioioso.

Premessa teorica

La musica è gioco, scoperta (di sé e dell’altro), movimento, apprendimento, relazione e vitalità. Le proposte musicali nell’età dello sviluppo favoriscono la possibilità di accrescere competenze e capacità che vanno oltre il suono. Nel momento in cui i bambini, all’interno del gruppo della propria classe, si impegnano a realizzare semplici dialoghi sonori con le percussioni e la voce, a muovere il corpo con la musica, a scoprire le caratteristiche energetiche e relazioni delle vibrazioni, imparano a riconoscere l’altro, a comprendere il valore del contributo di ognuno, a rispettare regole e contesti specifici e condivisi, a sorprendersi per la bellezza magica della musica.

Si parlerà di:
  • quale idea di educazione
  • la relazione e i suoni nel lavoro coi bambini
  • la vibrazione, il corpo vibrante, l’incontro sonoro
  • la relazione educativa è un’orchestra sonora
  • l’improvvisazione e il dialogo sonoro
  • la scelta consapevole della musica (con l’analisi di alcuni elementi sonori fondamentali che costituiscono la musica)




lunedì 21 marzo 2016

Perchè non posso guardare sempre la TV

Premio-punizione nelle scuole, ovvero come impoverire ancora di più chi ha più bisogno



Sono anni che cerco di condividere con educatrici e insegnanti i tanti terribili tranelli che il metodo premio-punizione nasconde. Nell'illusione del controllo e del rispetto delle regole, questo sistema genera paura attraverso comportamenti aggressivi o compra attraverso la ricompensa.
In questo modo, si insegna ai bambini, già da piccoli, a non comprendere il valore delle singole attività o conoscenza che vengono loro trasmesse, ma a mercificare l'adesione a specifici comportamenti e saperi in vista di un risultato.
Negli incontri con genitori e insegnanti ricordo sempre la storiella di Gregory Bateson che a memoria fa più o meno così:

La mamma di Luca dà sempre un gelato a suo figlio dopo che questi ha terminato di mangiare tutti i piselli. 
Dovremmo quindi chiederci cosa ci dice se da grande: 
- Luca amerà o odierà i piselli;
- Luca amerà o odierà il gelato;
- Luca amerà o odierà la sua mamma.

Quel che è certo, aggiungo io, è che Luca non apprezzerà i piselli per quello che sono, ma li vedrà solo come un mezzo per ottenere una ricompensa. Questo è uno scambio commerciale.
Riproposto in diversi ambiti educativi, questo metodo insegna a adeguare il proprio comportamento, i propri bisogni e le proprie idee per ottenere amore o non subire una punizione da parte delle figure educative di riferimento.

Un altro esempio deriva dalla mia esperienza diretta come professionista in ambito musicoterapeutico.
Ero alle mie prime esperienze in ambito scolastico. Tenevo un ciclo di incontri di musica presso una scuola primaria della provincia di Milano. Gli obiettivi generali erano quelli di permettere ai bambini di sperimentare esperienze musicali strutturate, piacevoli e creative, per comprendere innanzitutto cos'è il suono e la vibrazione, e favorire un graduale processo di scambio musicale nella classe e il processo di autoregolazione dei bambini. Non la normale lezione di musica, con flauto dolce e tastiera, insomma.
Dopo i primi incontri, ho iniziato a notare l'assenza sistematica di alcuni bambini all'incontro. Casualmente, quelli più "problematici". A quel punto ho chiesto una spiegazione all'insegnante di riferimento, la quale mi ha detto che erano assenti perché non si erano comportati bene in classe. Poiché l'attività di musica era per loro una delle più belle della settimana, essa era stata usata come strumento di ricatto, come forma di premio. Risultato: i bambini che più avrebbero giovato di tali incontri, erano sistematicamente esclusi, e un'attività che era di per sé bella e stimolante diventava immediatamente qualcos'altro.
I bambini che più hanno bisogno, secondo il modello premio-punizione, vengono sempre meno nutriti da cose belle e stimolanti, per il semplice fatto che, secondo questo modello, non se lo meritano!
Ho chiesto all'insegnante di non usare più i miei incontri come forma di ricatto. E da quel giorno, ogni volta che avvio un progetto con una scuola, esplicito questo punto per evitare fraintendimenti.

Noi genitori e noi professionisti dell'educazione non dobbiamo farci sedurre dai presunti risultati immediati del metodo premio-punizione, perché le sue ricadute nel medio-lungo termine sono tragiche. Dovremmo sempre riflettere su tali ricadute prima di agire, e cercare metodi nuovi, creativi che aiutino i bambini a comprendere il senso di quello che stanno facendo e di andare oltre la paura. Solo così è possibile mantenere viva la loro curiosità ad apprendere e sana e congruente la nostra relazione con loro.

Un ultimo esempio lo cito qui sotto in forma di fumetto. Sono tre pagine tratte da Paul ha un lavoro estivo, di Michel Rabagliati. In questo caso, il protagonista della vicenda viene escluso da un progetto parascolastico da lui stesso proposto e sviluppato, perché i suoi voti scolastici sono negativi. Osservate nella splendida sintesi del tratto di Rabagliati, la sbornia di potere del dirigente scolastico e chiedetevi, quante volte lo abbiamo visto in azione, questo processo? Quante volte ne sono stato io stesso protagonista e artefice?
Ancora oggi accade, in scuole non tanto lontane da noi, anzi vicinissime, che gli insegnanti girino il banco di uno studente rivolto verso il muro, in modo che non possa vedere altro. In fondo alla classe, faccia al muro... Cosa sto insegnando veramente in questo modo? Cosa sto producendo?







mercoledì 16 marzo 2016

Meditazione sulle matrioske



Sto lavorando a un ciclo di incontri di meditazione che parta da diversi spunti simbolici offerti dalle matrioske, quelle famose e strane bamboline russe di legno che sono nascoste una dentro all'altra. L'origine antica sembra risalire alla tradizione delle scatole cinesi.
Il percorso potrebbe prevedere:

1. OSSERVAZIONE PROFONDA DI OGNI BAMBOLA IN SUCCESSIONE
Le matrioske vengono svelate una dopo l'altra, e nella meditazione dell'osservazione profonda si ascolta cosa ci viene intuitivamente suggerito dal rapporto tra loro, nelle diverse proporzioni.
Alcune domande possono riguardare: quale di quelle sono? Dove mi colloco? Cosa custodisco? Cosa nascondo? Quanti strati ho?

2. ESPRESSIONE DELLA MIA VOCE PIU' PROFONDA
Nell'osservazione partecipe delle diverse matrioske, immagino un percorso interno, verso le mie parti più profonde e nascoste. Posso provare a dare voce con il canto intuitivo a ciascuna di queste parti, fino arrivare a quella più piccola e interna. Un processo analogico dove la voce guida la ricerca interiore.

3. I RAPPORTI INTERGENERAZIONALI
La successione delle bamboline può rappresentare la sequenza intergenerazionale. Posso vedere in ogni singola matrioska una specifica linea generazionale, un antenato particolare, di sangue o spirituale, e le future generazioni. Questa meditazione stimola la comprensione del legame intergenerazionale, secondo il quale siamo tutti uguali ma diversi, e sentire ancora viva la presenza dei nostri antenati. L'insegnamento del buddhismo mahayana dell'inter-essere (secondo la definizione della tradizione di Thich Nhat Hanh) viene quindi rappresentato da bambole uguali ma sempre diverse tra loro.

4.  VEDO ME STESSO NEL FLUIRE DEL TEMPO
La visione profonda ci permette di comprendere anche il rapporto con le diverse trasformazioni personali che abbiamo incontrato e incontreremo nel corso del tempo. In questo caso le diverse statuine possono rappresentare me stesso in diversi momenti o epoche della mia vita. Dopo averle osservate una accanto all'altra, posso decidere di identificarmi con una di esse, e riflettere sulle mie diverse manifestazioni prima e dopo il momento presente.
Può essere utile sviluppare una storia autobiografica. Per facilitare lo sviluppo di un racconto creativo e intuitivo, che offra spunti di comprensione, si possono associare ad ogni bambolina una o più immagini (carte di Dixit, tarocchi di Marsiglia, Tarocchi di Osho, mandala, ecc. ).
I partecipanti possono provare a scrivere una traccia della loro storia, sotto la guida delle immagini, e condividere poi un racconto verbale con gli altri partecipanti.

5. IL PRINCIPIO OLOGRAFICO
La matrioska può rimandare anche al principio olistico dell'ologramma, secondo il quale in ogni parte primaria del nostro corpo è riprodotto l'intero nostro corpo, come ci viene insegnato per esempio dalla riflessologia o dall'agopuntura. Gli organi interni, gli organi di senso, i piedi, le orecchie, ecc. proprio come in un ologramma riproducono l'immagine corporea per intero, osservata però da un altro punto di vista.


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