domenica 20 novembre 2011

Danza della luna - Centro Ricerche Yoga Barzanò (LC)



Percorso di consapevolezza danzante, alla ricerca della divinità del corpo
con Francesca Salcioli e Guglielmo Nigro
Presso il Centro Ricerche Yoga di Barzanò (LC).
Domenica 20 novembre 2011, a partire dalle ore 20,30.

La Danza della Luna esprime la possibilità di rintracciare la Luce nel Corpo e di dar luce al Corpo.
Attraverso l'esperienza del movimento circolare, nel grembo del ritmo, nell'identificazione con gli elementi, è possibile rinascere al ciclo della vita.
Il percorso espressivo, secondo i principi della danzamovimento-terapia, ha la finalità di risvegliare la spontaneità espressiva del corpo in movimento, accompagnato da sonorità tribali.
Nel susseguirsi di diverse fasi (rilassamento, ginnastica passiva, riscaldamento, esercizi preparatori di danza orientale, improvvisazione finale) le partecipanti potranno entrare in contatto con la propria sensorialità spirituale, attraverso i simboli della danza orientale, alle radici dell'esperienza mistica della danza.
Il percorso favorisce la coemergenza di corpo, mente e suono; il recupero dell’espressività spontanea e del piacere del corpo funzionale che si riattiva; la scoperta di nuove possibilità personali; lo sviluppo di un nuovo equilibrio energetico, laddove la fluidità dell’acqua, simbolicamente legata alla luna, alla femminilità, alla circolarità, si incontra con il calore e il temperamento che nasce dal movimento nel suono. Permette infine di vivere un’esperienza di gruppo emotivamente significativa, le partecipanti possono infatti riconoscersi l’una nell’altra, ritrovarsi simili nelle diversità personali, vicine e forti di questa condivisione.
Non sono necessarie competenze musicali o di danza per partecipare.
Si consiglia di venire con abiti comodi e una coperta. 

Noi danziamo in cerchio e supponiamo ... ma il segreto sta nel mezzo e sa.
Detto Zen


Francesca Salcioli - Naturopata e performer, laureata in Discipline dello Spettacolo, specializzanda in Terapeutica Artistica. Ricercatrice in danzaterapia, teatro olistico e arpaterapia. Master Reiki Usui.
http://www.myspace.com/frinasaille

Musica, non evasione



[...] Questa ricerca della bellezza, questo continuo parlare d'arte sono rispettabili evasioni, molto stimate, dalla vita, che è se stessi.
"Ma la musica non è un'evasione."
Lo è quando sostituisce la comprensione di se stessi. Senza la comprensione di se stessi, ogni attività porta alla confusione e al dolore. C'è sensibilità solo quando c'è la libertà portata dalla comprensione, la comprensione dei modi dell'io, del pensiero.


Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada (ed. Mondadori)

giovedì 27 ottobre 2011

A ritmo di bimbo - Prenatal


Prende avvio nel mese di novembre una mia nuova collaborazione.

La naturale espressione delle mie riflessioni ed esperienze sulla musicoterapia e la crescita trova una felice applicazione negli incontri A ritmo di bimbo, realizzati da Prénatal presso i propri megastore, nell’ambito del progetto Mamme in prima fila.

Gli incontri che mi riguardano al momento programmati sono:

A Mestre, il 10 novembre 2011 a partire dalle ore 17.30
A Vicenza, l’11 novembre 2011 a partire dalle ore 17.00
A Casalecchio di Reno (BO), il 17 novembre 2011 a partire dalle ore 17.30

L'attività avrà durata di circa un'ora, ed è rivolta a genitori di bambini dall'anno in su, ma può essere di interesse anche a genitori in attesa o con bimbi più piccoli.
Per avere informazioni o prenotare, è possibile consultare i calendari o contattare direttamente i punti vendita Prénatal.

Ringrazio l’Agenzia Dama di Sesto S. Giovanni per l’organizzazione e per avermi coinvolto nel progetto.

sabato 22 ottobre 2011

Riflessologia plantare tradizionale cinese



Una delle metafore più efficaci per comprendere la natura dell’uomo è quella dell’ologramma. L’ologramma è un costrutto visivo che riproduce in forma tridimensionale un’immagine e che in ogni sua parte contiene tutte le informazioni dell’intero.
L’uomo è ologramma del mondo. A livello transpersonale, nell’uomo è racchiusa tutta l’esistenza. E questo è vero per ogni essere vivente. Le informazioni sulla vita, sul rapporto tra i diversi elementi che la compongono, sono presenti in ogni cosa.
A livello individuale, ogni parte dell’uomo contiene tutte le informazioni dell’uomo nella sua interezza. Così, in ogni cellula, negli organi, nella qualità del respiro, nel dna. A legare il livello individuale a quello transpersonale c’è un’immersione completa, continua nelle vibrazioni, in quel movimento sottile che è possibile cogliere in meditazione, o in quei brevi, straordinari lampi di appartenenza al mondo. Personalmente, a sviluppare questa consapevolezza sono quotidianamente aiutato dalla meditazione vipassanā della tradizione buddhista, dalla musica e dalla pratica del reiki. Sono esperienze che vanno via via a compenetrarsi, e che allargano la loro influenza in ogni sfera di vita.

Osservando la vita secondo la metafora dell’ologramma, possiamo capire perché nessuno può considerarsi indifferente all’esistenza degli altri, e perché nessuno dovrebbe sottovalutare o mettere a tacere i segnali che ci vengono dal corpo in forma di malattia. I sintomi della malattia raccontano tutto di noi stessi, e racchiudono tutte le informazioni che riguardano la nostra vita, a livello corporeo, psichico e spirituale. Questo vale per un raffreddore, per un disturbo bipolare, per l’alzheimer. Il primo passo, di fronte ai nostri sintomi, quindi, è quello di fermarci ad ascoltare, proprio come si dovrebbe fare ogni qual volta arriva un nuovo importante segnale alla nostra coscienza. Krishnamurti ha insegnato per tutta la vita un principio chiarissimo, che ha radici profonde in tutta la tradizione orientale: prima di cercare una soluzione a un problema, fermati ad ascoltare il problema. Altrimenti non avrai nessuna possibilità di comprenderlo.

La forza della metafora dell’ologramma permette di comprendere profondamente anche i principi secondo i quali si sviluppano le forme di guarigione basate sulla riflessologia. Poiché in ogni parte del nostro corpo sono contenute tutte le informazioni dell’intero corpo, lavorare in modo mirato su una singola parte permette di diffondere per riflesso il benessere in tutto il nostro essere (fisico, psichico e spirituale).
Il Maestro cinese Ming Wong C.Y. rinnova nei giorni nostri la trasmissione dell’antica tradizione della riflessologia plantare secondo la scuola del Maestro Mak Zi, che nel 500 a.C. ordinò le conoscenze antiche dando vita a una tradizione di massaggio molto efficace. Si tratta della pratica dell’On Zon Su©, che ho avuto la fortuna di incontrare grazie agli studi della mia compagna Loredana.

È possibile approfondire la conoscenza di questa antichissima tradizione di guarigione visitando il suo sito, Riflessologia Plantare, oppure facendone diretta esperienza con un trattamento. Sul sito Riflessologia Plantare, trovate anche i contatti per prenotare un massaggio.

sabato 17 settembre 2011

Tirocinio

 
Un piccolo annuncio.
Se stai studiando musicoterapia e hai voglia di fare esperienze interessanti, puoi contattarmi. Potresti realizzare un tirocinio partecipando ad alcune delle attività che faccio. E in ogni caso possiamo parlarne, e condividere esperienze. La porta è aperta.

Movimento



L'estate finisce.
Le attività riprendono a fluire.
Anche se in realtà ho lavorato tutto il mese di agosto.
Ho molte cose di cui parlare, se troverò il tempo. E in effetti mi accorgo che questo blog ha bisogno di parole e idee nuove.

Nei prossimi giorni dovrei parlare di musicoterapia e disagio psichico, musicoterapia e Alzheimer, di bija mantra e reiki, di danza della luna. E riprendere il discorso sul respiro, la meditazione e la voce.

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea sette

Premessa.
Idea uno.
Idea due.
Idea tre.
Idea quattro.
Idea cinque.
Idea sei. 




Stimola negli altri un ascolto più consapevole

Condividi con i tuoi amici e parenti le nuove modalità di ascolto che metti in atto. Parlane con loro, ricerca consigli e proponi possibili soluzioni. Ascolta con attenzione quello che gli altri hanno da dirti sulla musica e sulle loro esperienze. Porgi l'orecchio alle loro parole. E proponi le tue, senza la pretesa di saperne di più o di avere ragione. Nel confronto, sii creativo e generoso, come nell’ascolto, e ritroverai il senso di un’esperienza, quella della musica, che appartiene da sempre all’uomo e alla sua crescita.

lunedì 1 agosto 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea sei

Premessa.

Idea uno.
Idea due.
Idea tre.
Idea quattro.
Idea cinque.
 
 
 
Di cosa è fatta la musica

Quando ascolti musica, fai prima un breve vuoto mentale. Respira da 3 a 10 volte in silenzio. Torna a te stesso. E predisponiti a far entrare l’intero universo sonoro che la musica che hai scelto porta con sé. Quando la musica inizia apprezzane l’impatto complessivo sulla tua coscienza e sul tuo corpo. Le emozioni, il movimento che induce nel tuo corpo. Assecondali. E poi prova ad analizzare. A scomporre: quali strumenti suonano, su quali registri (acuti o gravi), con quale compenetrazione ritmica, con quale forma (melodico-armonica), … Non farti spaventare dall’aspetto tecnico. È importante un approccio intuitivo. Ricerca le parti, quelle che ti colpiscono, ti incuriosiscono. E poi, torna all’insieme. È una bellissima pratica di ascolto. Come quando, in meditazione, ti soffermi nell’ascolto di ogni singolo suono che proviene fuori da te, immagini di essere quel singolo suono, e poi ritorni al tutto, all’insieme, che ti comprende interamente.

lunedì 25 luglio 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea cinque

Premessa.
Idea uno.
Idea due.
Idea tre.
Idea quattro.

L'idea che segue ha a che fare con le abitudini, con la pigrizia e con l'apertura mentale. Disabituati alla sorpresa e immobilizzati dall'illusione del controllo, i suoni inaspettati ci fanno paura. E con le tecnologie a disposizione e il tempo sempre più compresso, stiamo perdendo il gusto della musica dal vivo, a meno che non faccia parte del "pacchetto celebrity".



Ascolta musica dal vivo

Supera il muro della pigrizia, degli impegni, della tecnologia e ritorna ad ascoltare, vedere, vivere la musica dal vivo. Incontra i musicisti che ami, osserva come si muovono su un palco, e ascolta come suonano davvero. Se possibile, frequenta contesti meno caotici o chiassosi (meglio il teatro dello stadio), dove le distorsioni sonore sono ridotte, dove le dimensioni acustiche (decibel, dispersioni, ecc.) sono più a misura d’uomo. E sperimenta la musica dal vivo imprevista. Vai a concerti di musicisti che non conosci, eventualmente consigliati dagli amici, o a concerti di generi musicali che normalmente non ascolti (ma che non trovi insopportabili). Puoi approfittare di questo periodo estivo, che è ricco di festival musicali spesso gratuiti. Trova nelle novità un senso, cerca di comprendere da dove viene quella musica, che effetto ha sul tuo corpo e la tua mente e su corpo e mente di chi ti sta intorno, apprezza la gestualità dei musicisti, l’energia e la concentrazione. Ritrova il piacere di ascoltare musica nuova nei locali. Abbandona i locali che propongono cover band, karaoke o musica nota, e cerca locali dove viene dato spazio a musica personale, bella o brutta che sia, autentica o posticcia, familiare o no.

venerdì 22 luglio 2011

Il respiro nell'autoguarigione

In ogni percorso di cura che mi vede coinvolto, da quello personale, alle relazioni di aiuto che mi impegnano in diversi ambiti, il ritorno al respiro, alla sua forza, alla sua calma benefica, è un punto centrale e imprescindibile. Le tecniche e la pratica tramandate dalla meditazione vipassana buddhista sono per questo motivo di enorme ispirazione per me. Condivido un passo di un libro molto utile di Thich Nhat Hanh, monaco buddhista vietnamita, sul respiro e la capacità di guardare in profondità.
Nei prossimi giorni riperterò un'inidicazione più tecnica sulla meditazione del respiro tratto dalla stesso libro.


Respirare e guardare in profondità (da Lo Splendore del Loto)
Respirare sapendo che stiamo respirando è la pratica fondamentale. Nessuno può ottenere un vero successo nell'arte della meditazione senza aver attraversato la porta della respirazione. Praticare la respirazione consapevole vuol dire avere accesso al 'fermarsi' e al 'guardare in profondità', in modo da entrare nel regno della concentrazione e dell'introspezione. Il maestro di meditazione Tang Hoi, primo patriarca della tradizione dhyana del Vietnam (terzo secolo), nella sua prefazione all'Anapanasmriti sutra affermò: "Anapanasati (la consapevolezza del respiro) è il grande veicolo offerto dal Buddha a tutti gli esseri viventi". La respirazione consapevole ci conduce a ogni specie di concentrazione meditativa. Ci permette inoltre di ottenere le realizzazioni fondamentali relative all'impermanenza, alla vacuità, all'originazione interdipendente, al non-sé e alla non-dualità di tutto ciò che esiste. Se è vero che possiamo pratica il 'fermarsi' e il 'guardare in profondità' facendo a meno della respirazione consapevole, è anche vero che questa è la via più sicura e certa che possiamo seguire.

Thich Nath Hanh

lunedì 27 giugno 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea quattro

Premessa.
Idea uno.
Idea due.
Idea tre. 




Un giorno di silenzio

Prova per un giorno a non ascoltare alcun tipo di musica. Spegni tutto e non ricercare nessun suono. Nei brevi momenti di tempo libero della tua giornata, che normalmente potresti voler riempire con un ascolto musicale, ascolta il tuo respiro, comodamente seduto o disteso per terra. Ascolta l’orchestra musicale del tuo corpo (ritmo respiratorio, battito cardiaco, voce, tensioni, tono muscolare, ecc.) e sorridi.
Se trovi piacevole questo esperimento, potresti decidere di ripeterlo con regolarità: un giorno al mese o alla settimana potrebbe essere il tuo giorno senza musica. Approfittane, e riduci anche le tue parole. Un giorno di silenzio può essere anche un giorno diverso per comunicare con se stessi e gli altri.

lunedì 20 giugno 2011

Wellness Party a Lesmo - 24 giugno 2011



Per chi non è potuto venire a Carate Brianza, per chi non ne aveva mai sentito parlare, e per chi vuole salutare l'arrivo dell'estate all'insegna del benessere...
Alla Baia di Lesmo, in via Petrarca 1 a Lesmo, venerdì 24 giugno 2011 si terrà il nuovo Wellness Party, dove chi vuole potrà provare gratuitamente un massaggio sonoro al pianoforte, insieme a tutte le altre proposte dell'iniziativa. Sarà occasione di incontri e relax. E tutto quello che ognuno vorrà portare.

domenica 19 giugno 2011

Immagini di festa - improvvisazione collettiva

Lissone, 19 giugno 2011





Associazioni Aral e Ippogrifo in festa a Lissone


A Lissone, presso i giardini dell'RSA Agostoni, dopo le 17,30 un mio intervento di presentazione della musicoterapia e di improvvisazione collettiva.

martedì 7 giugno 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea tre

Premessa.
Idea uno.
Idea due.




Differenzia il più possibile

Le nuove tecnologie permettono oggi di accumulare una libreria musicale ampia, variegata, difforme. Sfrutta questa possibilità per differenziare gli ascolti, per trovare musiche adatte ai diversi momenti della giornata, ai mutamenti del tuo umore, alla tua curiosità. Probabilmente è vero quanto sostiene Saval nell’articolo citato in premessa: nessuno di noi ha realmente ascoltato per intero la musica di cui è in possesso. Eppure, avere una tale risorsa sonora può aiutarti a trovare (pescare?!) il brano giusto al momento giusto. Magari sorprendendoti tu stesso per le scoperte che potresti fare. Differenzia, apriti, non avere pregiudizi, arricchisci le tue esperienze musicali. 

domenica 29 maggio 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea due

Premessa.
Idea uno. 

L'idea che segue sembra essere la più banale e prevedibile. Eppure mi sorprende spesso scoprire quanto le persone si siano disabituate a scegliere davvero la musica che ascoltano.





Scegli la musica che ascolti

Spenti i rumori di fondo, ritrova il gusto di ricercare la musica che ti piace. Ritorna a scegliere i suoni che ti emozionano, coinvolgono, comunicano realmente qualcosa. Riscopri la curiosità per la novità, per l’inaudito. E ascolta con attenzione le tue reazioni emotive, le tue tensioni nel corpo, le diverse sollecitazioni. Osserva in quali momenti della giornata senti più bisogno di musica, e per rispondere a quali bisogni.

giovedì 26 maggio 2011

Wellness Party a Carate Brianza - 26 maggio 2011



Nella mia professione di musicoterapeuta, ho la fortuna di praticare il massaggio sonoro con il pianoforte.
La sua bellezza, i suoi effetti benefici, la sua multisensorialità, l'esperienza vibratoria del suono sono tutte caratteristiche che lo rendono una tecnica meravigliosa e dalle numerose e in parte ancora inesplorate potenzialità.
Eppure è una tecnica poco conosciuta e poco praticata. Per questa ragione, sono molto felice di invitare tutti al nuovo Wellness Party, che si terrà a Carate Brianza al Molto Club & Restaurant il 26 maggio a paritre dalle ore 20. Chi vuole, potrà provare un trattamento di massaggio sonoro, insieme alle altre proposte della serata. E capire di cosa parlo quando ne parlo.
Nel sito ufficiale del Welness Party trovate tutte le informazioni.
Di seguito, invece, pubblico alcune foto della precedente edizione del Wellness Party.
Le foto sono di Cesare Viganò, che ringrazio infinitamente.










foto (c) cesare viganò
ce_vg@yahoo.it
cevg71@gmail.com
http://www.flikr.com/photos/viga71/
tel. 349 5938571

martedì 17 maggio 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Idea uno

Fedele a quanto scritto in premessa qualche giorno fa, propongo da oggi una breve serie di idee per sviluppare un diverso approccio all'ascolto musicale. Due principi di base come guida: la semplicità; la curiosità.


 

Riduci o elimina gli ascolti passivi

Quando possibile, spegni la musica che non ascolti davvero: radio, televisione, locali rumorosi, ecc. ti riempiono di suoni inutili, di cui non hai controllo e neppure consapevolezza. Sii onesto con te stesso, ascolta e chiediti quale funzione ha il rumore di fondo musicale. Potresti trovarlo inutile, fastidioso o assordante. Ritrova il piacere del silenzio. Spegni tutto. Prima di ricominciare ad accendere davvero.

sabato 14 maggio 2011

Per un diverso approccio all'ascolto musicale - Premessa



E se provassimo a non ascoltare nulla? Il silenzio è l’elemento del nostro mondo rumoroso che apprezziamo meno, e che minacciamo di seppellire brano dopo brano. Il silenzio è l’esperienza musicale più a rischio della nostra epoca. Aumentandolo, potremmo scoprire cosa stiamo cercando di soffocare con tutta questa musica, cosa non abbiamo la forza di sentire.
                                        Nikil Saval


Sono molte le considerazioni che si potrebbero fare su come è cambiato negli ultimi anni l’ascolto della musica nell’esperienza individuale delle persone. Le nuove tecnologie lavorano come un’onda lunga che genera mutamenti sostanziali nelle abitudini di ciascuno di noi, mutamenti che mettono radici salde e profonde nel nostro quotidiano prima ancora che ognuno di noi sia in grado di sviluppare su di esse consapevolezza e comprensione.
La musica, su tutto, è da decenni che ha mutato il suo ruolo sociale in modi assai complessi e stratificati, e che rischia di perdere di senso all’interno delle molteplici esperienze quotidiane. Non è difficile constatare il livello di sordità generalizzato che la musica onnipresente nelle nostre orecchie sta generando. La nostra mente, abituata a essere costantemente sollecitata sul piano acustico da radio, ipod, televisioni, autoradio, … si sta abituando a non ascoltare più, a catalogare la musica come rumore di fondo, a svolgere una funzione di costante stimolazione (eccitazione, direbbe Krishnamurti) tale da soffocare il silenzio e, di conseguenza, un autentico ascolto di sé.
La musica è misteriosa quanto il soffio vitale, è delicata quanto impetuosa. L’uomo postmoderno sta perdendo quasi totalmente l’attenzione a un rapporto concreto e spirituale dell’esperienza del suono. L’uso generalizzato delle cuffie, in tutte le condizioni di vita (e di traffico) sta ampliando sempre più la sola esperienza auditiva isolandola dal resto della percezione acustica corporea, che è quella ricca e benefica della vibrazione. Specularmente, la musica come rumore di fondo ci costringe a vivere passivamente l’esperienza acustica senza comprendere come essa influisce sul nostro umore, sulle nostre tensioni, sui nostri comportamenti.

Il suono è relazione, è movimento, è creatività. Quando però la musica perde la sua funzione espressiva per ridursi a strumento improprio (veicolo pubblicitario o di marketing, eccitante fisico nelle palestre, elemento decorativo ambientale nei locali, compagno onnipresente nelle nostre giornate, …) può diventare concausa di un isolamento (auto)imposto che si innesta nelle già stratificate nevrosi quotidiane. Quel che è peggio, è che un tale isolamento sonoro può condurre a una totale analfabetizzazione musicale, a una passività dell’ascolto che è vicina all’apatia e che si traduce in omologazione di massa e anomia.

Per queste ragioni, ritengo sia fondamentale sviluppare una nuova educazione all’ascolto della musica, che trovi origine e sia punto di partenza per un rinnovato ascolto di sé, delle nostre abitudini automatizzate, dei nostri bisogni, e della funzione inconsapevole che svolge la musica per rispondere a quesi bisogni e per soffocare la nostra percezione di sé.
Nei prossimi giorni, pubblicherò brevi ma utili proposte per praticare in questa direzione. Sarebbe bello che ognuno trovasse il proprio modo e, se ne avesse voglia, lo condividesse con me scrivendomi le sue idee.

sabato 19 marzo 2011

Danza della luna - La Fonte (BG)

hiroshige


In occasione dell'ultimo plenilunio di inverno, a due giorni dall'equinozio di primavera...

Danza della luna
Percorso di consapevolezza danzante,
alla ricerca della divinità del corpo
con Francesca Salcioli e Guglielmo Nigro

sabato 19 marzo 2011 dalle 21.00 (ritrovo ore 20.45)
presso Centro Shiatsu La Fonte, via Buratti 57, Bergamo 
con la collaborazione di Veronica Formenti 

quota di partecipazione 30€
con tisana della luna al termine della danza
prenotazione obbligatoria
(contattare me o Veronica Formenti al 3488823964)


La Danza della Luna esprime la possibilità di rintracciare la Luce nel Corpo e di dar luce al Corpo.
Attraverso l'esperienza del movimento circolare, nel grembo del ritmo, nell'identificazione con gli elementi, è possibile rinascere al ciclo della vita.
Il percorso espressivo, secondo i principi della danzamovimento-terapia, ha la finalità di risvegliare la spontaneità espressiva del corpo in movimento, accompagnato da sonorità tribali.
Nel susseguirsi di diverse fasi (rilassamento, ginnastica passiva, riscaldamento, esercizi preparatori di danza orientale, improvvisazione finale) le partecipanti potranno entrare in contatto con la propria sensorialità spirituale, attraverso i simboli della danza orientale, alle radici dell'esperienza mistica della danza.
Il percorso favorisce la coemergenza di corpo, mente e suono; il recupero dell’espressività spontanea e del piacere del corpo funzionale che si riattiva; la scoperta di nuove possibilità personali; lo sviluppo di un nuovo equilibrio energetico, laddove la fluidità dell’acqua, simbolicamente legata alla luna, alla femminilità, alla circolarità, si incontra con il calore e il temperamento che nasce dal movimento nel suono. Permette infine di vivere un’esperienza di gruppo emotivamente significativa, le partecipanti possono infatti riconoscersi l’una nell’altra, ritrovarsi simili nelle diversità personali, vicine e forti di questa condivisione.
Non sono necessarie competenze musicali o di danza per partecipare.
Si consiglia di venire con abiti comodi e una coperta. 

Noi danziamo in cerchio e supponiamo ... ma il segreto sta nel mezzo e sa.
Detto Zen


Francesca Salcioli - Naturopata e performer, laureata in Discipline dello Spettacolo, specializzanda in Terapeutica Artistica. Ricercatrice in danzaterapia, teatro olistico e arpaterapia. Master Reiki Usui.
http://www.myspace.com/frinasaille

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lunedì 7 marzo 2011

Wellness Party



Lunedì 7 marzo, allo Spazio Y in via Arese 5 a Milano, avrò il piacere di presentare i benefici del massaggio sonoro al pianoforte nell'ambito del Wellness Party, un evento esclusivo che inviterà i partecipanti a percorrere i cinque sensi attraverso proposte all'insegna del benessere.
L'ingresso è riservato e su inviti. Ma l'iniziativa merita attenzione. Racconterò.
Con me ci sarà anche Stefano Chiodini, per un po' di improvvisazione jazzistica. Ché gli amici ti accompagnano ovunque. Soprattutto gli amici musicisti.

domenica 6 marzo 2011

I cinque passi per trasformare le emozioni

calligrafia di thich nhat hanh


A metà di un percorso di musicoterapia sulla trasformazione delle emozioni, riporto le parole del maestro zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Sono la mia guida nel lavoro sulle emozioni. 
 
Il primo passo nel lavoro con le emozioni è riconoscerle nel momento in cui affiorano. La responsabile di questa operazione è la consapevolezza. Nel caso della paura, ad esempio, si tratta di attivare la consapevolezza, guardare la propria paura e riconoscerla come tale. Sapete che la paura nasce da voi, proprio come la consapevolezza. Sono entrambe dentro di voi e non sono in conflitto, e l’una si prende cura dell’altra.
Il secondo passo è diventare tutt’uno con l’emozione. È meglio non dire: “Vattene,  paura. Non mi piaci. Tu non sei me.” È molto più efficace dire: “Ciao, paura. Come va oggi?”. Allora potrete invitare i due aspetti di voi, la consapevolezza e la paura, a darsi un’amichevole stretta di mano e diventare una cosa sola. […]
La pratica fondamentale è alimentare la consapevolezza con la respirazione cosciente, tenerla pronta, forte e vitale. Anche se al principio potrà mancare il vigore, nutrendola diventerà più robusta. Finché c’è consapevolezza, non c’è pericolo di affogare nella paura. In realtà, cominciate a trasformarla nel preciso istante in cui date vita alla consapevolezza dentro di voi.
Il terzo passo è calmare l’emozione. Affidata la paura nelle mani esperte della consapevolezza, cominciate a calmarla: “Inspirando, calmo l’attività del corpo e della mente”.[…] “Espirando, calmo la mia paura”.
Il quarto passo è lasciare andare l’emozione, mollare la presa. La calma raggiunta vi fa sentire a vostro agio anche nella morsa della paura e non temete più che raggiunga livelli intollerabili. Rendervi conto che siete in grado di gestire la vostra paura, giù la ridimensiona, la rende meno aspra e più tollerabile. Ora potete sorriderle e lasciarla andare; ma non fermatevi lì. Calmare e lasciar andare alleviano solo il sintomo. Ora avete l’occasione di andare più a fondo e trasformare le radici della vostra paura.
Il quinto passo è osservare in profondità. Esaminate a fondo il vostro bambino – il vostro sentimento di paura – per capire cosa c’è che non va, anche dopo che il bambino ha smesso di piangere, anche quando la paura non c’è più. […] Esaminando a fondo il vostro bambino capirete cos’è che lo fa piangere, e una volta che l’avrete capito saprete cosa fare e cosa non fare per trasformare l’emozione ed essere liberi
.

Thich Nhat Hanh,  da La pace è ogni passo (Ubaldini editore)

mercoledì 16 febbraio 2011

Dialogo sonoro con ipoacusici


Understand how harmony and vibration work, and suddenly you will look at your life like one big music class.


Concludo un percorso di formazione con un gruppo di persone ipoacusiche. Il ciclo di quattro incontri si è proposto di riflettere sulla comunicazione e le relazioni all’interno dei contesti organizzativi, utilizzando la metafora del dialogo sonoro con le percussioni. I tamburi, in particolare, con le loro vibrazioni profonde, concrete, sono stati gli strumenti privilegiati di un lavoro per me inedito, una bellissima occasione per imparare alcune cose molto chiare sul suono, sull’ascolto, sull’incontro, sul linguaggio.
Ho potuto comunicare con loro, oltre che con la musica, grazie a un’interprete molto brava e sensibile. La Lis (Lingua dei Segni) è un mondo affascinante e misterioso per me. L’attenzione e l’impegno con cui l’interprete rappresentava il mio linguaggio verbale era in sé un’esperienza sorprendete. E feconda.
Il progetto, realizzato con la Fondazione Adecco per le pari opportunità e con l'ENS Milano, prevede, accanto al mio intervento con il dialogo sonoro, un approfondimento sull’orientamento al lavoro, simulazioni di colloqui e un tirocinio personalizzato in azienda. Si completerà in questi mesi, e nella speranza che possa essere una reale opportunità lavorativa per i partecipanti, al termine del mio ciclo di interventi, condivido nel blog alcune annotazioni.

Le vibrazioni sonore
I sordi hanno un rapporto col suono molto speciale. È un ovvio paradosso. Per loro, l’ascolto si sviluppa con modalità del tutto particolari. Non avendo possibilità di sviluppare il tradizionale ascolto con l’udito, sviluppano una sensibilità molto chiara verso la vibrazione sonora. Vibrazione che è, lo ricordo, sia un procedimento meccanico che energetico (in fisica le due cose vanno sempre insieme). La vibrazione sonora è relazione, si muove nello spazio e crea collegamenti tra corpi distanti tra loro. La convibrazione avvicina quel che è lontano, unisce quel che è simile ma diverso (corpi diversi che vibrano alla stessa lunghezza d’onda). Per gli ipoacusici, questa esperienza è naturale. È più difficile rappresentare e far comprendere profondamente questa realtà alle persone udenti, che sono abituate a vivere l’esperienza del suono soprattutto attraverso l’udito e poco attente a percepire i segnali nel corpo. I tamburi, con le loro vibrazioni profonde e radicanti, permettono di sintonizzare velocemente il gruppo di sordi a un livello di attivazione molto alto, gioioso, condiviso. È sorprendente vedere la gioia che si trasferisce da persona a persona durante un’improvvisazione collettiva (e ci torno sotto).
Una curiosità. Un loro commento mi ha permesso di riflettere sulla qualità del suono percepibile attraverso la vibrazione. Mi è stato detto infatti che le vibrazioni prodotte dal mio suonare più esperto e preciso rispetto al loro (intuitivo, esplorativo, meno raffinato) risultano più chiare e definite. Un aspetto qualitativo delle vibrazioni che tendiamo a sottovalutare.

La comunicazione non verbale
I sordi ascoltano anche con la vista. Per riuscire a suonare allo stesso ritmo un tamburo, due persone ipoacusiche devono osservare le mani, il ritmo del movimento del colpo sulla pelle. La vibrazione è meno definita e precisa nelle caratteristiche ritmiche rispetto al suono percepito con l’udito. L’osservazione visiva permette loro quindi di recuperare importantissime informazioni.
Nella vita quotidiana, lo sappiamo, ascoltano leggendo il labiale, e intuitivamente attribuiscono più importanza alla mimica e alla postura. Tale atteggiamento è evidente soprattutto se ci si ritrova a parlare con persone udenti che lavorano quotidianamente con i sordi. La loro gestualità e la loro mimica nella normale comunicazione è amplificata, ricca. Nulla a che vedere con i famosi (o famigerati) eccessi mimici degli italiani. C’è un che di poetico, teatrale e vivissimo in quell’enfasi delicata. L’intervento formativo con la musicoterapia si connota in questo caso, ancor più che in altri, come un intervento sincretico e sinestetico.

Incontrare l’altro
Su un tema mi sono soffermato più volte durante il laboratorio. Nell’incontro con l’altro, persona udente, le difficoltà di comunicazione sono equamente ripartite. Come sempre, cioè, il confronto con l’handicap, o con i limiti di una persona, si incrociano vicendevolmente. Mi spiego. Nella quotidianità, è certo che il sordo vive la difficoltà di non poter ascoltare le parole che un udente utilizza per comunicare. C’è quindi un’importante frustrazione derivante da un limite, una mancanza oggettiva che riduce la gamma delle possibilità espressive naturali. D’altra parte, i sordi negli anni hanno appreso e sviluppato tecniche e strategie per superare tale limite. È questa una delle proprietà più belle e ricche di ogni limite, ovvero il suo porsi come stimolo per un superamento, per una crescita. Un’opportunità. Le persone ipoacusiche quindi cercano (e spesso trovano) un nuovo equilibrio comunicativo e relazionale, costruito con l’esperienza, la pratica e la creatività, dove un mix di elementi converge per trasformare il limite in risorsa: la LIS, il non verbale, le vibrazioni, la scrittura, ecc.
Quel che manca al sordo, spesso, è la consapevolezza della difficoltà che il loro limite pone alle persone udenti che incontrano il loro cammino. L’ho vissuto e sperimentato in prima persona durante questi incontri. Tra loro, i partecipanti comunicavano senza problemi mentre io ero escluso, analfabeta e inadeguato. Paradossalmente, il sordo è preparato ad affrontare una situazione che coglie la persona udente del tutto di sorpresa, scoprendosi, quest’ultima, in imbarazzo e impreparata. È un punto essenziale, per il sordo che deve entrare in una qualunque organizzazione, ricordarsi che dovrà lui per primo impegnarsi per aiutare gli altri a superare la loro comune difficoltà comunicativa. Per far questo, il primo passo è lasciar cadere il tipico atteggiamento vittimistico dell’incompreso, così comune (spesso a ragione, non dimentichiamolo, ma raramente utile) tra gli ipoacusici. Sono sordo ma normodotato. Gli altri non mi accettano per il reale potenziale che ho. Eccetera. Possiamo cogliere qui un grande spunto sulla responsabilità personale, sull’apertura all’altro e all’ignoto. Una lezione che la pratica con il dialogo sonoro permette di mettere in atto molto chiaramente, offrendo un valido contributo alla comprensione. L’improvvisazione con strumenti non familiari come i tamburi, in situazioni non familiari, cercando di esprimere sensazioni e contenuti non familiari, … è un’occasione efficace per ripercorrere insieme un pezzo della strada che le persone ipoacusiche, nell’affrontare il loro limite, hanno fatto negli anni. L’ignoto del dialogo sonoro si pone come metafora dell’ignoto che i sordi hanno dovuto affrontare nel trovare un linguaggio inedito (inaudito!) per comunicare con gli altri. Ancora una volta, si presenta quindi l’opportunità di sviluppare una nuova consapevolezza di sé e del proprio percorso di vita.

Il suono è partecipazione e gioia
L’ultima annotazione riguarda la partecipazione e il coinvolgimento. Ammetto che il senso comune e la non conoscenza delle molteplici possibilità del suono e della musicoterapia possano far sorgere notevoli dubbi in merito alle potenzialità di un lavoro con persone ipoacusiche sulla comunicazione attraverso l’uso dell’improvvisazione musicale. D’altra parte, è noto che il suono e l’esperienza delle vibrazioni sonore sono parte integrante di molti approcci educativi e di sviluppo del linguaggio (e delle capacità relazionali) per i sordi, in particolare in età evolutiva. Impossibile non citare in questa sede lo straordinario lavoro di Trovesi Cremaschi con l’uso del pianoforte coi bambini sordi.
Il laboratorio appena concluso mi è arrivato come una confortante conferma, sia in merito alla ricchezza espressiva dei sordi, sia sulla forza del suono come esperienza viva dell’essere umano. Suonare i tamburi in improvvisazioni collettive (dodici persone in tutto), in sottogruppi, in dialoghi a due, ecc. genera immediatamente partecipazione e gioia. Sono emozioni che hanno a che fare con il gioco, certo, con la creatività, ma che trovano radice in quella che è l’esperienza primaria del corpo (e della mente) a contatto con le vibrazioni sonore. Dove c’è vita c’è suono, c’è vibrazione. Nella vita intrauterina, prima ancora che si sviluppi l’organo dell’udito, il feto è già immerso nelle vibrazioni sonore (del battito cardiaco, della respirazione, dei movimenti intestinali, della voce della madre) e c’è già l’esperienza dell’appartenenza a una relazione con l’altro veicolata dalla vibrazione. Nella fusione pre-natale, quindi, la vibrazione è già parte strutturante ed essenziale. Il massaggio sonoro in gravidanza si appoggia proprio su questo potenziale per sviluppare la sua efficacia, che è sia emozionale, che profondamente corporea.
Il sordo si comporta, in questo rapporto con la vibrazione sonora, in modo del tutto umano, con in più il vantaggio di sviluppare un’attenzione selettiva e una conoscenza diretta del suono-vibrazione che è molto più profonda che nelle persone udenti.
Quella specifica, unica energia che è il suono (e la musica, nella sua evoluzione organizzata e strutturata), così nota e ancora misteriosa, rappresenta anche per i sordi motivo di grande gioia e vitalità. Mantiene tutto il suo potenziale comunicativo, espressivo, ludico, tonico, vitale, …
Di seguito alcune foto, con un sentito grazie ai partecipanti.








venerdì 14 gennaio 2011

Trasformare le emozioni – Centro Ricerche Yoga, Barzanò (LC)




Incontri di Musicoterapia olistica al Centro Ricerche Yoga di Barzanò (LC).

Programma degli incontri:
2 incontri al mese, il sabato dalle ore 14,30 alle ore 16,30

12-19 febbraio, 5-19 marzo, 2-9 aprile 2011

Gli incontri si propongono di sviluppare un ascolto profondo e delicato delle proprie emozioni, con l’aiuto della musica.
Si approfondirà la conoscenza e l’interiorizzazione di semplici tecniche espressive e vocali utili a riconoscere la propria emotività e le dinamiche che la caratterizzano. La musica, inoltre, sarà utilizzata come opportunità per trasformare le emozioni negative e dolorose in opportunità di serenità e di pace.
Non sono necessarie specifiche competenze musicali per partecipare agli incontri, ma il desiderio di aprirsi alla scoperta della gioia della musica e a una conoscenza inedita di sé stessi.


Spunti di musicoterapia:
Pratica di rituali vocali per calmare le emozioni e ritornare al proprio sé
Percorsi espressivi di improvvisazione corporea e musicale per l’espressione delle emozioni
Verbalizzazioni attraverso l’antica arte degli haiku

Indicazioni olistiche:
Il silenzio e l’ascolto per un diverso dialogo con se stessi
L’armonizzazione del respiro attraverso la voce per calmare le emozioni e ritrovare la pace
Il movimento del corpo con la musica per una riscoperta del corpo funzionale e la decostruzione dell’armatura psicosomatica, alfine di liberare le energie collegate alle emozioni

La gioia del suono per la pace del cuore:
Un invito a sorridere e a giocare con la musica, per scoprire nel corpo e nella mente la capacità di trasformare le proprie emozioni, di non esserne dominati, e di poter trovare maggiore pace e serenità



Le sensazioni vanno e vengono come le nuvole nel cielo.
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