giovedì 12 febbraio 2009

17 riflessioni sulla musicoterapia - Introduzione


Le discipline della musicoterapia sono relativamente nuove e in continua evoluzione. Il denominatore comune, la musica, ha talmente tante implicazioni differenti per l’uomo e nei percorsi di cura che appare riduttivo se non inadeguato un approccio monodimensionale o definitivo. La multidisciplinarietà è salutare non solo quando concepita come interazione tra specializzazioni differenti (il lavoro in equipe con altri specialisti) ma anche quando è la musicoterapia stessa a svilupparsi come metodo e come ricerca attraverso l’apporto di differenti categorie mentali, tecniche, punti di vista e derive.
Recentemente ho avuto modo di entrare in contatto con quel ricchissimo laboratorio educativo che è ReggioChildren e ho trovato alcuni interessanti spunti di riflessione rispetto al mio lavoro come musicoterapeuta.
In particolare, mi ha colpito un’elencazione di principi (diciassette) che fanno da linee guida per le mostre I cento linguaggi dei bambini che da alcuni anni si susseguono in tutto il mondo.
In coda a questo articolo, riporto l’elenco completo dei diciassette principi così come sono originariamente formulati. È inoltre possibile recuperare tale elenco all’interno del suo proprio contesto alla pagina nove del quinto numero della rivista ReChild, scaricabile al seguente indirizzo:
http://zerosei.comune.re.it/italiano/100exhibit/indeep.htm,

Da parte mia, vorrei ripercorrere ognuno di questi principi azzardando una riformulazione in chiave musicoterapeutica.
Il tentativo nasce dalla convinzione che tutte le discipline attinenti alle artiterapie possono trarre linfa vitale da queste brevi ma dense indicazioni. Per molti versi sembrano pensate su misura per esse e ne favoriscono un’utile sistematizzazione.
Lo spunto trae inoltre le sue origini dalla considerazione che l’infanzia, con i suoi percorsi di scoperta, comprensione e ridefinizione dei contenuti del mondo che ci circonda, è prima di tutto un laboratorio artistico e creativo. Le artiterapie coi bambini dovrebbero tutte avere ben presenti questi principi.
D’altra parte si usa spesso accennare, nello sviluppo di un percorso di cura ed espressivo con gli adulti, alla necessità di ritrovare le energie e lo stupore propri dell’infanzia. Non si tratta di un ritorno a una fanciullezza idealizzata, quanto piuttosto l’idea di riscoprire una vitale connessione con le potenzialità e la gioia della crescita che caratterizza i primi anni di vita; ritornare a vivere la felicità del gioco, dell’invenzione inedita, del rischio, della scoperta e della sorpresa, dello sporcarsi le mani, il corpo e l’anima, della condivisione, della libertà, della ridefinizione di confini e limiti…
Chiedo al lettore di condividere come me questo percorso senza mai scordare quanto ha sempre sostenuto Lowen, ovvero che la felicità nasce dal sentirsi costantemente parte di un percorso di crescita.

Di seguito elenco, in forma estremamente sintetica, le diciassette idee da cui prenderò spunto per realizzare, in quattro articoli successivi, riformulazioni più approfondite.

Uno
Tornare al piacere dell’apprendere

Due
Cercare il piacere di giocare, lavorare, elaborare, suonare

Tre
Dare spazio a una cultura che raccorda, relaziona, connette

Quattro
Sostenere il diritto dell’uomo di sentirsi intero

Cinque
I linguaggi hanno il potere di generare altri linguaggi

Sei
Le idee sono la risorsa per dare forma alle azioni e generare confronti inediti. Si impara suonando, creando

Sette
Recuperare la gioia per l’arte della ricerca

Otto
Ogni percorso di musicoterapia dovrebbe svilupparsi attraverso una metodologia della ricerca

Nove
Comunicare con il mondo con tutte le potenzialità

Dieci
Sostenere il bisogno di libertà

Undici
Rispettare i tempi individuali. Non accelerare. Dare tempo e spazio per la sperimentazione e l’apprendimento

Dodici
Riscoprire che l’utopia, il sogno e il desiderio sono parte della normalità quotidiana

Tredici
Permettere alle persone di fare esperienze ed elaborare le proprie teorie. Narrare, raccontare, dare voce alle esperienze è una forma privilegiata di apprendimento

Quattordici
Dare forma alle teorie attraverso diversi mezzi, linguaggi, emozioni, esperienze

Quindici
Sviluppare un approccio sistemico alla crescita e alla cura

Sedici
Porre attenzione all’ambiente e al setting in cui si sviluppa la pratica. Favorire l’esplorazione e le interconnessioni

Diciassette
Superare la separazione tra spazio di cura e spazio di vita quotidiana. La persona è un sistema interconnesso. Salvaguardare la complessità superando le semplificazioni





I diciassette principi originari che guidano i percorsi delle mostre I cento linguaggi dei Bambini (da rechild #5):

Uno
Il piacere dell’apprendere, conoscere e del capire è una delle prime fondamentali sensazioni che ogni bambino si aspetta dell’esperienza che affronta da solo con gli altri bambini e con gli adulti.

Due
Qui ci sono bambini ed adulti che cercano il piacere di giocare, lavorare, parlare, pensare, inventare insieme in amicizia.

Tre
La tesi è quella di una cultura che, anziché separare, raccorda, relaziona, connette i modi, le qualità e gli spazi degli incontri e dell’esperienza dei bambini con la multiforme natura della realtà fisica e sociale.

Quattro
Un obiettivo della mostra è quello di sottolineare con forza la necessità ed il diritto del bambino (e così per l’uomo) di sentirsi intero. E’ una necessità biologica e culturale, uno stato vitale di benessere.

Cinque
Tutti i linguaggi che già convivono nella mente e nelle attività del bambino hanno il potere di divenire forza generatrice di altri linguaggi, altre azioni, altre logiche ed altre potenzialità creative.

Sei
Il pensiero, la ragione, la parola, ma anche il sentimento, la creatività, l’estetica vivono di azioni e di confronti. C’è una forza che spinge i bambini, ma la forza si moltiplica se si convincono che i fatti, le idee sono una risorsa, come sono una impagabile risorsa i coetanei e gli adulti che li frequentano.

Sette
L’arte della ricerca è già nella mente dei bambini sensibilissimi al godimento e allo stupore. I bambini avvertono presto che è in questa arte che possono ritrovare la gioia di vivere e la
liberazione dalla noia che deriva dall’esistere in un mondo inesplorato.

Otto
La metodologia di ricerca è la strategia che caratterizza il procedere della conoscenza di
bambini ed adulti ma più complessivamente del farsi e dell’essere scuola.

Nove
Ciò che a noi compete è aiutare i bambini a comunicare col mondo con tutte le potenzialità, le forze, i linguaggi di cui sono dotati e nel contempo aiutarli a battere ogni impedimento derivante da una
cultura che li depaupera o perché li costringe ad imitare passivamente modelli preesistenti o perché
sottovaluta le loro capacità di ricerca e di creatività.

Dieci
I bambini hanno bisogno di molta libertà. Libertà di indagare, provare, sbagliare, correggere. Di
scegliere dove e con chi investire in curiosità, intelligenza, emozione; di rendersi conto come la
ragione, il pensiero, l’immaginazione creino trame continue tra le cose e muovono e sommuovono il mondo.

Undici
I tempi dei bambini hanno bisogno di un grande rispetto. Contro le pressioni acceleranti e contro
la fretta di fare uscire presto i bambini dall’infanzia occorre la solidarietà degli adulti.

Dodici
L’utopia, il sogno, il desiderio debbono fare parte delle qualità del quotidiano, consentendo così di
realizzare quella normalità ricca che supera l’idea dell’eccezionalità dell’esperienza per rifondare un valore nuovo e positivo di normalità.

Tredici
Per il bambino - come per l’adulto - capire significa essere in grado di elaborare una teoria
interpretativa che dia senso agli eventi e alle cose del mondo. Tutte le teorie, dalla più semplice alla
più elaborata, hanno bisogno di essere narrate ed ascoltate per poter esistere.

Quattordici
I bambini rappresentano le loro teorie utilizzando diversi mezzi e, grazie a ciò, queste teorie possono essere meglio conosciute e comprese, arricchite e ridefinite. Ciò permette alle immagini e alle intuizioni del bambino di prendere forma ed evolvere attraverso le azioni, le emozioni, le espressioni, le rappresentazioni iconiche e simboliche e attraverso i cento, mille linguaggi grazie ai quali narrano e spiegano a se stessi il loro mondo.

Quindici
La scuola del bambino si costruisce assumendo la centralità dei bambini, degli insegnanti delle
famiglie e dell’ambiente. Il progetto allora si fa sistemico e la sua organizzazione concreta è già
una scelta di contenuto.

Sedici
L’ambiente è predisposto e studiato dal punto di vista architettonico e funzionale per sostenere
questo sistema di interconnessioni e interazioni.

Diciassette
La vecchia teoria della separazione tra scuola e famiglia lascia il posto alla teoria educativa della
partecipazione. I rapporti tra i bambini, gli adulti della scuola e quelli della famiglia si consolidano
attraverso una multidimensionalità di forme, scambi, dialoghi che producono elaborazioni educative e didattiche profondamente condivise.

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